Radiofrequenza (metodo ClosureFast™/Venefit™)
Preparazione
Svolgimento
In prossimità della vena viene poi iniettato un composto di soluzione salina mista ad anestetico locale e adrenalina che ha il compito di rendere indolore l’intervento, comprimere la vena ed impedire un eccessivo sanguinamento.
Nell’arco di pochi minuti si retrae così il catetere che, riscaldandosi fino alla temperatura di 120° Celsius, sigilla la vena sezione dopo sezione.
Sempre nella stessa seduta si può poi asportare le varici segnate in precedenza tramite miniflebectomie.

Rischi ed effetti collaterali
In casi molto rari si può assistere ad una riapertura, delle volte anche solo parziale, della vena trattata. In questo caso si può ripetere la procedura di termoablazione oppure passare all’intervento chirurgico tradizionale di stripping.
Il trattamento di termoablazione può portare ad’una leggera diminuzione di sensibilità nell’area interna della caviglia che, generalmente, svanisce del tutto dopo alcuni mesi.
Cosa succede con la vena trattata?
La vena sigillata tramite metodo ClosureFast® viene riassorbita dall’organismo e trasformata in tessuto connettivo cicatriziale. All’esame ecografico dopo 1 anno dal trattamento la vena obliterata di solito non è più visibile.
Vantaggi
Trattamento miniinvasivo e praticamente indolore
Perdita ematica irrisoria
Risultato estetico ottimale
Terapia ambulatoriale senza degenza ospedaliera
Ripresa rapida della normale attività fisica
Svantaggi
L’applicazione dell’anestesia locale necessita di svariate iniezioni.
Esperienza attuale col metodo ClosureFast®
Dal 1998 ad’oggi sia negli USA che in Europa sono stati trattati milioni di pazienti affetti da varici con il metodo ClosureFast®.
I risultati sono paragonabili al metodo chirurgico classico di stripping. Diversi studi randomizzati hanno però evidenziato che riguardo alla durata del decorso postoperatorio, al dolore generato dal trattamento e al tempo di ripresa dell’attività fisica normale il trattamento di termoablazione offre risultati nettamente superiori.
Al momento non esiste il modo di curare la predispozione genetica che è alla base dello sviluppo della malattia, è quindi possibile che successivamente a ogni tipo di terapia dopo anni oppure decenni nuove varici si riformino. Queste varici recidive possone essere nuovamente trattata con tecniche endovenose oppure tramite ecoscleroterapia riducendo sostanzialmente i rischi legati ad’un ulteriore intervento chirurgico classico.